Sondaggio Politico-Elettorale

Le relazioni con l'Unione Europea e guerra in Libia. Indagine dell’Istituto DEMOPOLIS per Otto e mezzo

Pubblicato il 21/4/2011.

Autore:
Istituto Demopolis

Committente/ Acquirente:
LA 7 - Telecom Italia Media, per il Programma OTTO E MEZZO

Criteri seguiti per la formazione del campione:
Campione casuale rappresentativo dell'universo di riferimento, stratificato per classi di età, sesso, titolo di studi, ampiezza demografica del comune ed area di residenza

Metodo di raccolta delle informazioni:
Metodologia CATI

Numero delle persone interpellate e universo di riferimento:
1.008 intervistati. Universo di riferimento: cittadini italiani maggiorenni

Data in cui è stato realizzato il sondaggio:
Tra il 11/04/2011 ed il 14/04/2011


QUESTIONARIO

QUESITO n.1

Domanda : Quanta fiducia ha nell'Unione Europea?.

Risposta: Grafico allegato. Non sa: 6%






QUESITO n.2

Domanda : Cosa dovrebbe fare adesso l'Italia in Libia?.

Risposta: Grafico allegato. Non sa: 12%








CONTRIBUTI CONCLUSIVI


Testo conclusivo:
Dopo il no alla richiesta italiana di attivazione della direttiva 55/2001 in merito alla gestione dei flussi migratori dal Nord Africa, il ministro Maroni si è chiesto se ha senso oggi restare nell’Unione Europea. L’Italia, fino a tempi recenti il Paese con i cittadini più europeisti del vecchio continente, l’Unione viene guardata oggi con diffidenza. La fiducia nelle istituzioni comunitarie – secondo il Barometro Politico Demopolis - passa dal 51% del 2006 al 40% odierno. In merito all’intervento in Libia, l’opinione pubblica resta divisa, al di là della collocazione politica. L’indagine condotta da Demopolis rileva molti dubbi sia tra i favorevoli sia tra i contrari, incrementati dalla percezione di estrema confusione della posizione del nostro Paese. I cittadini, intervistati dall’Istituto Demopolis, appaiono convinti che anche stavolta l’intervento militare, come in Iraq ed in Afghanistan, non risolverà il problema. Cosa fare, dunque, in Libia? Come uscirne? Appena il 16% appare propenso all’ipotesi di rafforzare l’impegno militare con la possibilità di bombardare. Il 24% crede necessario mantenere l’attuale modalità di intervento con il supporto limitato a basi e mezzi strategici. La maggioranza assoluta degli italiani, il 60%, riterrebbe opportuno sollecitare una sospensione dei bombardamenti per avviare un deciso intervento diplomatico. L’indagine è stata condotta dall’11 al 14 aprile 2011 - per il programma Otto e Mezzo de LA7 - dall’Istituto Nazionale di Ricerche Demòpolis. Direzione di Pietro Vento, con la collaborazione di Giusy Montalbano e Maria Sabrina Titone. Supervisione della rilevazione demoscopica con metodologia CATI di Marco Tabacchi. Nota metodologica completa su: www.demopolis.it






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