Autore: |
Istituto Demopolis |
Committente/ Acquirente: |
LA 7 - Telecom Italia Media, per il Programma OTTO E MEZZO |
Criteri seguiti per la formazione del campione: |
Campione casuale rappresentativo dell'universo di riferimento, stratificato per classi di età, sesso, titolo di studi, ampiezza demografica del comune ed area di residenza |
Metodo di raccolta delle informazioni: |
Metodologia CATI |
Numero delle persone interpellate e universo di riferimento: |
1.004 intervistati. Universo di riferimento: cittadini italiani maggiorenni |
Data in cui è stato realizzato il sondaggio: |
Tra il 07/03/2011 ed il 09/03/2011 |
QUESTIONARIO |
QUESITO n.1 |
Domanda : Che cosa rappresenta oggi, a suo avviso, l'Unità nazionale?. |
Risposta: Grafico allegato. Non sa: 14% |
QUESITO n.2 |
Domanda : L'Unità d'Italia è stata per il Paese un fatto:. |
Risposta: Grafico allegato. Non sa: 9% |
QUESITO n.3 |
Domanda : Quanto è unita oggi l'Italia sul piano sociale ed economico?. |
Risposta: Grafico allegato. Non sa: 10% |
CONTRIBUTI CONCLUSIVI |
Testo conclusivo: |
Sia pur senza i significati epici di un tempo, l’Unità d’Italia rappresenta oggi per i cittadini una conquista irrinunciabile; anche se - come afferma quasi un italiano su due - in larga parte ancora incompiuta. È uno dei dati più significativi che emerge dall’indagine, realizzata - nel 150° anniversario dell’Unità - dall’Istituto Nazionale di Ricerche Demopolis per il programma Otto e Mezzo. Soltanto il 15% ritiene che si tratti di una forzatura storica modificabile: una minoranza, segno però di un disagio oggi presente in alcune aree del Nord e del Sud.
Una ricorrenza in chiaroscuro, quella del 17 marzo: attesa tiepidamente nel Paese. Gli italiani ritengono comunque giusto celebrare il 150° anniversario dell’unificazione nazionale, non solo per rivivere la ragioni più profonde del Risorgimento, ma anche e soprattutto - come afferma il 41% - per riflettere seriamente sulla coesione del Paese.
L’Unità resta un valore condiviso: l’81% dei cittadini, intervistati dall’Istituto Demopolis per il programma de LA7 condotto da Lilli Gruber, considera il processo di unificazione nazionale un fatto decisamente positivo per l’Italia.
Differente l’opinione sugli effetti sociali ed economici nei diversi contesti regionali, ritenuti positivi da poco meno di due terzi del campione. Con ampie criticità che attraversano il Paese da Nord a Sud.
“Emerge chiara la consapevolezza – afferma il direttore dell’Istituto Demopolis Pietro Vento – di un divario di sviluppo che, a differenza di quanto è avvenuto in altri Paesi europei, non è mai stato colmato e si è addirittura progressivamente aggravato. Con sostegni spesso ad investimenti che poco, anche recentemente, hanno inciso sull’economia reale e sulla trasformazione socio-economica del Mezzogiorno”.
A 150 anni dal 17 marzo 1861, appare diffusa tra i cittadini la convinzione di un’Italia decisamente poco unita sul piano sociale ed economico: troppi, per il 62%, restano gli squilibri tra le diverse aree del Paese.
Nota metodologica ed informativa
L’indagine è stata realizzata dall’Istituto Nazionale di Ricerche Demòpolis su un campione di 1.004 intervistati, rappresentativo dell’universo della popolazione italiana maggiorenne, stratificato per genere, età, titolo di studi, ampiezza demografica del comune ed area geografica di residenza. Direzione della ricerca di Pietro Vento, con la collaborazione di Giusy Montalbano e Maria Sabrina Titone. La rilevazione demoscopica è stata condotta dal 7 al 9 marzo 2011 per il programma Otto e Mezzo. Supervisione di Marco E. Tabacchi. Contributo di Rossella Campo e Rino Cavasino. |